Come tagliare i capelli con un Tagliacapelli?

Tagliarsi i capelli in casa con un tagliacapelli

In questi ultimi mesi del 2020, molti uomini hanno provveduto a imparare a tagliare i capelli in casa a fratelli, padri e mogli a mariti e agli uomini di casa, per tanti motivi. Sarà stato per i parrucchieri chiusi all’inizio dell’anno, per la comodità di poterlo fare da casa, senza dover tener conto degli orari dei saloni dei barbieri, oppure per una semplice comodità. Fatto sta che è sempre più usato il rasoio elettrico per tagliarsi i capelli. Ma come farlo in casa e soprattutto da chi farsi tagliare i capelli?

I preparativi al taglio

Prima di iniziare a tagliare i capelli, ci sono dei preparativi da fare, da organizzare. Innanzitutto bisogna capire chi taglia a chi. Che sia una donna o un uomo a tagliare, poco importa. E poco importa anche se è la prima volta che lo fa. Ovviamente non si parla di tagli con il rasoio elettrico di quelli graduati con varie lunghezze, sculture e giochi di onde. Parliamo di rasare i capelli o di farli più corti ai lati con maggiore lunghezza sopra. Gli accordi preliminari in questo sono fondamentali. Se, poi, è una rasatura sul cuoio capelluto da fare, ancora meglio.

Bisogna scegliere il luogo giusto. Di solito cerca di prediligere il bagno, per essere più vicini al lavandino, per il risciacquo, o per evitare di seminare capelli corti in giro per casa. Ricordati, allora, di togliere il tappeto che è peggio di un aspiratutto. Lo specchio davanti alla persona a cui stai tagliando i capelli ti comporterà continui momenti di stupore, di indicazioni sul taglio, non si fa così, va bene ora prosegui dall’altra parte, insomma, uno stress continuo. Se vuoi tagliare in piena serenità, meglio evitare gli specchi, almeno fino alla fine, quando il taglio sarà fatto e l’unico rimedio è un cappello o aspettare qualche mese che ricrescano.

Detto questo bisogna che ti procuri gli strumenti adatti come forbici, pettine, asciugamano da mettere sulle spalle di chi avrà il taglio, e rasoio elettrico con relativi accessori, come pettini di diversa misura e spazzola per pulirli. Scopa e raccogli mondezza sempre a portata di mano, così da non scivolare sulle ciocche di capelli, e una bella sedia comoda per far sedere chi ha scelto di affidarsi con fiducia al tuo taglio.

Arrivato il momento di tagliare

Facciamo accomodare l’uomo di casa, metti una musica di sottofondo per farlo rilassare e concentrati su quanto stai per fare, prenditi tutto il tempo che ti serve, senza fretta. La sicurezza è una buona qualità che puoi sfoggiare, ti farà sembrare esperto. Poi, usare il rasoio nella direzione inversa della crescita dei capelli permetterà al taglio di risultare più preciso.

Nel caso in cui ti trovassi ad effettuare un taglio da capello lungo a corto, sarà cura tagliare prima le ciocche con le forbici, per evitare che il rasoio possa incepparsi con troppi capelli, e sarà anche una buona prassi quella di pulire il pettine del rasoio elettrico spesso. Dopo aver portato i capelli ad una lunghezza da taglio, meglio procedere con il pettine con distanza maggiore dalla nuca, e dopo quello avvicinarsi col pettine a distanza minore. Prendere confidenza con i pettini del rasoio elettrico ti permetterà di fare un taglio regolare su tutta la testa, e di accorciarlo dove serve.

Alla fine del taglio, dopo aver verificato che tutti i punti più nascosti come quelli dietro le orecchie, e più incurvati come la nuca e i lati, all’attaccatura dei capelli, siano stati tutti tagliati. Meglio fare un controllo controluce, per evitare che anche solo un capello possa essere sfuggito e risultare molto più lungo al riflesso, e far fare brutte figure al tuo cliente per un pomeriggio. Prenderti il tempo per controllare tutti i dettagli è sempre buona cosa e sarà apprezzato molto. Tagliare i capelli con il rasoio elettrico lo può davvero fare chiunque, anche tu. Pazienza, cura e attenzione, e tutto sarà più facile che mai.

Le previsioni sui mutui per il 2021

La richiesta di mutui e le loro erogazioni rimangono invariate negli ultimi tre mesi del 2020, ma vista l’emergenza Covid potrebbero esserci conseguenze inaspettate.

Mutui concessi nel 2020

Ultimamente il numero di compravendite immobiliari ha avuto un calo repentino, gli esperti del settore hanno ipotizzato anche ad un ribasso dei volumi dei mutui erogati; ma così non è stato, infatti proprio come è successo i primi tre mesi dell’anno anche i successivi tre hanno riportato una crescita nel mercato, portando i dati semestrali delle erogazioni dei muti a 25,2 miliardi di euro avendo così un rialzo del +9,8% rispetto all’anno precedente.

Nel secondo trimestre del 2020 le operazioni di surroga sono aumentate del +243% paragonandole allo stesso periodo del 2019. I mutui sono aumentati secondo i dati registrati a settembre 2020, a confronto con i dati precedenti al Covid. Rimane comunque in contrazione la velocità con la quale aumentano le consistenze, proprio in virtù di questa emergenza sanitaria che ha colpito il mondo.

Interessi sui mutui: trend del 2020

Gli indici di riferimento hanno evidenziato che i tassi sono arrivati a valori storici minimi e di conseguenza il costo del prodotto medio è più basso rispetto agli anni precedenti. L’Euribor, cioè l’indice che si occupa dei mutui a tasso variabile, è sceso drasticamente a -0,49% nel settembre 2020. L’Eurirs, cioè l’indice che si occupa dei mutui a tasso fisso, è diminuito anch’esso. I prodotti a tasso fisso hanno avuto un forte incremento rispetto all’anno precedente, con quasi un aumento del 20% nei primi sei mesi del 2020, questo in quanto le famiglie scelgono prodotti a basso rischio con tassi bassi poiché la situazione economica generale non è delle migliori.

Che tipo di mutuo chiedere nel 2020

Un mutuo in media ha una durata di 24,7 anni, quindi è in diminuzione rispetto all’anno scorso. Nei primi sei mesi del 2020 la cifra media di un mutuo concesso su tutto il territorio italiano si aggira intorno a 113.902 Euro, avendo un piccolo aumento rispetto al 2019. Principalmente si richiede un mutuo per acquistare la prima casa, infatti queste domande occupano l’87,6% di tutte le richieste. Differentemente coloro che prendono un finanziamento per acquistare la seconda casa sono solo il 2,3%. L’età media di chi ha preso un mutuo nei primi mesi del 2020 è più o meno di 40 anni.

Previsioni sui mutui 2021

Le famiglie italiane hanno tenuto il mercato dei mutui ad un livello accettabile nonostante la pandemia in corso portata dal Coronavirus. Infatti il 2019 ha chiuso con una media di 49 miliardi di euro e ad oggi il 2020 rimane più o meno con gli stessi valori; questo grazie alla Bce che ha aiutato a tenere i tassi di interesse bassi così da agevolare l’accessibilità al credito delle famiglie a tassazioni basse, mettendosi così a favore dell’economia e delle finanze dell’Europa che ha riscontrato delle problematicità.

Come saranno i mutui nel 2021? Il trend nel prossimo anno sarà suggestionato dalla proposta, sia in merito agli acquisti che alle operazioni di sostituzione. Tutto questo però andrà calcolato in base all’impatto che l’emergenza mondiale sanitaria avrà sull’economia. Al giorno d’oggi, dato gli importi delle case ancora molto convenienti ed i tassi dei mutui relativamente bassi, il mercato immobiliare mantiene molte opportunità in gioco, sia per chi cerca una casa dove vivere, sia per chi l’acquista come investimento.

Prestito Personale: Garante e fideiussione 5 Cose da Sapere

Per la concessione di un prestito personale, la garanzia più comune e diffusa che viene richiesta dall’istituto che eroga il credito è quella della fideiussione, ovvero della firma di un garante per il prestito. Nella fideiussione, l’istituto di credito chiede che una terza persona faccia da garante per il pagamento del prestito del cliente nel caso in cui quest’ultimo non posso ottemperare al pagamento: solitamente il fideiussore è un familiare del cliente.

Si ricorre alla fideiussione quando il cliente è al primo prestito personale, oppure ha un contratto di apprendistato o a tempo determinato; anche quando l’importo risulta essere particolarmente elevato, l’istituto di credito può richiedere questa forma di garanzia. Ci sono alcune cose nell’istituto della fideiussione che è bene sapere, in particolare cinque cose che occorre avere ben presente prima di ricorrere a questa particolare garanzia. Vediamole insieme.

Tipi di fideiussione

La tipologia di fideiussione più comune è quella definita illimitata e solidale, nella quale, in caso di mancato pagamento da parte del cliente, il fideiussore si impegna a pagare l’intero ammontare del debito. Tuttavia esistono anche altre forme di fideiussione:

  • fideiussione con beneficio di escussione: con la quale il garante si impegna con la banca solo per l’ammontare che resta in seguito all’escussione del debitore garantito;
  • fideiussione parziale: nel caso in cui la garanzia si limita a una parte del totale dell’importo;
  • fideiussione pro – quota: nella quale il debito viene diviso tra più garanti, ognuno responsabile per la sua propria quota.

Costi di una fideiussione

Il costo per una fideiussione non è fisso ma dipende da diversi elementi: primo fra tutti, in base all’importo che occorre. Successivamente anche la durata della garanzia e i motivi per cui si ricorre alla fideiussione, possono incidere sull’aumento o riduzione della fideiussione.

Caratteristiche del fideiussore

Come visto prima, solitamente il fideiussore è un familiare del cliente che tuttavia deve avere determinate caratteristiche dal punto di vista economico e finanziario. Come prima cosa, infatti, deve essere in possesso di una storia creditizia pulita, senza essere mai stato protestato o segnalato come cattivo pagatore; oltre a ciò, è importante che possa avere un reddito dimostrabile o delle proprietà immobiliari che possano fungere da garanzia per il debito.

Le fideiussioni assicurative e bancarie

Oltre alla persona fisica, vi sono anche altre figure che possono svolgere la funzione di fideiussore come la banca o un’assicurazione. Nella fideiussione bancaria, è la banca stessa a farsi garante del debito del proprio cliente, o anche può svolgere la stessa funzione anche un’altra banca: ciò comporta tuttavia costi più elevati e tempiste maggiori per l’erogazione del credito.

La fideiussione assicurativa, molto più economica e veloce ed è tipica dei contratti di franchising, contratti di locazione o cauzione in occasione di gare d’appalto. Esiste infine un tipo di fideiussione definita finanziaria, nella quale una società finanziaria garantisce il debito del proprio cliente.

Quando interviene il fideiussore

Il fideiussore interviene prima che la rata scada: viene quindi avvisato per tempo e, una volta realizzata la sua funzione di garanzia, ha diritto di rivalsa sul cliente per rientrare il possesso della somma di denaro spesa.

Visiere protettive e mascherine a confronto: quali funzionano meglio?

In questo periodo di emergenza causato dall’esplosione della pandemia da Covid-19 stiamo assistendo anche ad una massiccia fase di produzione dei principali dispositivi di protezione personale (DPI). Tra i più ricercati e utilizzati troviamo principalmente le visiere protettive e la classica mascherina usa e getta o lavabile. Ma qual è quello che funziona meglio? Lo scopriremo insieme in questo articolo.

VISIERA PROTETTIVA: COS’È E COME FUNZIONA

Qualsiasi tipologia di visiera protettiva non è in alcun modo un dispositivo di tipo medico quindi utilizzata da sola non garantisce un livello di protezione abbastanza elevato da scongiurare qualsiasi rischio di contagio. Vengono infatti definite come dispositivi ausiliari o secondari in quanto, soprattutto per quanto riguarda l’emergenza del Covid-19, devono assolutamente essere utilizzate insieme alle mascherine.

Il loro funzionamento è abbastanza semplice così come la loro struttura, infatti, sono costituite solamente da una visiera collegata ad un supporto semi-rigido il quale permette di indossarla e di adattarla alle dimensioni del proprio capo. La visiera presente funge da vero e proprio schermo contro le particelle di saliva potenzialmente infette riducendone quindi il numero e diminuendo il potenziale rischio che queste possano arrivare alla nostra bocca o al nostro naso o semplicemente poggiarsi sulla mascherina sottostante. Nel gergo medico tutte le goccioline di saliva vengono definite droplet ovvero un insieme di liquidi nebulizzati che vengono espulsi durante uno starnuto o un colpo di tosse e rappresentano una vera e propria minaccia per la salute delle persone poste nelle immediate vicinanze.

Tra i principali vantaggi delle visiere protettive abbiamo:
– ergonomia e facilità di utilizzo;
– visiera trasparente;
– versatilità.

Tra i principali difetti invece:
– costo;
– peso;
– livello di protezione non sufficiente se utilizzata come unico dispositivo di protezione personale;
– dimensioni.

MASCHERINA: CARATTERISTICHE PRINCIPALI E TIPOLOGIE

L’utilizzo delle mascherine come dispositivi di protezione personale risale a molti anni fa ma negli ultimi mesi ha visto una notevole impennata a causa della diffusione mondiale del nuovo coronavirus. Moltissime aziende hanno aumentato la produzione per accontentare l’enorme richiesta da tutte le parti del mondo e il loro ruolo centrale nella prevenzione e nella riduzione del contagio è stato ormai dimostrato a livello scientifico.

Esistono principalmente le seguenti tipologie di mascherine:

chirurgiche: le mascherine chirurgiche rappresentano il modello più classico e utilizzato ed inoltre sono le uniche riconosciute ufficialmente come dispositivi medici tanto da essere largamente utilizzate anche negli ospedali e in qualsiasi altro presidio medico. Le loro dimensioni e il peso ridotto ne garantiscono un’elevata facilità di utilizzo e riducono drasticamente il rischio di espellere o di venire a contatto con droplet infetti. Un altro pregio è rappresentato dal costo basso. Mentre tra i difetti abbiamo il loro essere monouso quindi sono pensate per garantire la massima sicurezza per una durata breve e l’impossibilità di filtrare i vari aerosol ovvero le particelle più piccole presenti nell’ambiente circostante;
industriali/professionali: in questa categoria rientrano tutte quelle mascherine solitamente utilizzate in campo industriale specie nei settori metallurgici dove è fondamentale proteggersi da eventuali residui di metallo o di vernice. Ne esistono di tre tipi e si differenziano per la loro struttura e ovviamente per il livello di sicurezza garantito (FFP1, FFP2, FFp3). Possono essere dotate, inoltre, di una particolare valvola per garantire maggiore protezione a chi le indossa.

QUALE SCEGLIERE PER PROTEGGERSI AL MEGLIO?

Come abbiamo potuto constatare in questo articolo, l’utilizzo delle mascherine chirurgiche è sicuramente il metodo migliore e più efficace per proteggere sé stessi e gli altri da eventuali cariche infettive. L’uso poi anche delle visiere protettive come quelle presenti sul sito www.visieraprotettiva.net è consigliato solo in condizioni particolari o se impiegati in lavori molto delicati e che comportano un continuo contatto con un gran numero di persone.

Come proteggersi contro virus e batteri: quali dispositivi di protezione utilizzare

Virus e batteri rappresentano una costante minaccia, sia all’esterno che all’interno della propria abitazione. La maggior parte dei batteri infatti è in grado di persistere per molte ore al di sopra delle superfici con un conseguente aumento delle possibilità di contagio. Tuttavia, le possibilità di contrarre un virus sono maggiormente ricollegate al contatto fisico, in particolare a quel tipo di contatto che consente lo scambio di batteri tra le mucose di diversi individui. Per questo motivo oggi elencheremo quali sono i dispositivi di protezione individuale specifici per proteggersi da virus e batteri e quali utilizzare nei differenti casi.

Virus e batteri: come si trasmettono e cosa fare

Moltissimi virus con elevata carica virale possono entrare in contatto con noi anche quando non ce l’aspettiamo: uno starnuto, un colpo di tosse o più semplicemente il contatto con le mani infette rappresentano elevati fattori di rischio durante la circolazione di virus e batteri. Fortunatamente, esistono svariati DPI da poter utilizzare a seconda delle circostanze, sia in casa che fuori, in grado di tutelare chi li indossa e le persone attorno a noi grazie a delle specifiche proprietà. Sul sito Protezione Individuale li potete trovare tutti, ma vediamo meglio insieme quali sono.

DPI contro virus e batteri

I primi dispositivi di protezione consigliati sono i guanti in lattice o guanti chirurgici. Essi rappresentano un supporto notevole qualora ci ritrovassimo fuori casa e a contatto con superfici toccate da molti; bus, mezzi pubblici, maniglie, ecc. infatti possono contenere tracce di virus e contagiare così chiunque entri in contatto con loro. Utilizzando i guanti chirurgici, dopo aver lavato sapientemente le mani, è possibile arginare questo problema avendo la garanzia di star proteggendo se stesso e gli altri. A seguire, abbiamo le mascherine per il viso, utilizzate soprattutto in caso di batteri in grado di provocare influenze virali. Questi dispositivi servono soprattutto per evitare la possibilità di contagiarsi ulteriormente, garantendo a chi sta con noi la giusta protezione. In commercio ne esistono di svariate tipologie, tutte contraddistinte da una struttura propria ideale per fronteggiare ambienti differenti. Dalle classiche usa e getta molto economiche alle più complesse mascherine farmaceutiche, in grado di proteggere sia la salute dell’interessato che di evitare che egli trasmetta il virus ad altre persone. Poi, vi sono le visiere protettive per gli occhi, indispensabili quando si lavora in un ambiente a rischio come, ad esempio, una struttura ospedaliera, in quanto consentono di evitare che le mucose degli occhi possano entrare in contatto con germi e virus. L’interazione tra le varie mucose è, infatti, il mezzo di contagio diretto più preoccupante ed è sempre bene proteggere ogni parte del corpo che potrebbe concorrere alla trasmissione.

Quali norme igieniche adottare per ogni DPI

Prima di adoperare un qualsiasi DPI contro virus e batteri, è indispensabile accertarsi che le mani siano state accuratamente lavate per un intervallo di tempo non inferiore ai 30 secondi. Al di sotto di questo tempo infatti, moltissimi germi non vengono eliminati e sono in grado di sopravvivere anche per ore. Molto utile quando si è fuori casa è l’utilizzo di un gel disinfettante a base alcolica, il quale pur non rientrando tra i dispositivi di protezione individuale rappresenta una valida alternativa ai tradizionali acqua e sapone. Prima di toccare guanti, occhiali, mascherine o visiere l’utilizzo del gel può preservare la condizione di sterilità di tali dispositivi, garantendone la funzionalità anche per svariate ore fuori casa.

Termometri con tecnologia a infrarossi, come funzionano?

Che cos’è il termometro a infrarossi?

Il termometro a infrarossi è uno strumento elettronico che permette di misurare la temperatura corporea di una persona tramite una tecnologia innovativa.

Prima di presentare il termometro a infrarossi e la sua struttura, è importante soffermarsi sul significato di “radiazioni a infrarossi”: esse vengono emesse direttamente dal proprio organismo in modo del tutto naturale (a differenza di quelle ultraviolette emesse dal Sole, note per essere particolarmente pericolose) e sono tra le più potenti.

Al contrario di quanto si possa pensare comunemente quindi, le radiazioni infrarosse vengono emesse in piccole quantità direttamente dal nostro corpo e dalla Terra, e sono ben note anche come fonte di energia e calore.

Come funziona il termometro a infrarossi

Il termometro a infrarossi ti permette di misurare la temperatura corporea direttamente sotto forma di calore, individuando le radiazioni infrarosse emesse dal nostro organismo: il termometro non emette alcuna radiazione, bensì le intercetta.

La tua temperatura potrà quindi essere misurata grazie ad un apposito sensore termico, il quale si trasforma successivamente in un segnale elettrico ed infine digitale: per questo motivo, questo termometro può anche essere definito digitale, nonostante non utilizzi in maniera diretta un sensore elettronico.

Potrai misurare tranquillamente la tua temperatura corporea grazie a un beccuccio anteriore che dispone di un puntatore luminoso.

Le tipologie di termometri a infrarossi

Seppur i termometri a infrarossi abbiano le medesime funzioni, come si può vedere anche sul sito termometroinfrarossi.net sono distinti in tre differenti tipologie. Queste infatti variano a seconda del funzionamento o delle caratteristiche di cui sono costituiti, ma risultano comunque altamente affidabili e non pericolosi per la salute dell’organismo umano. Nello specifico, potrai usufruire dei termometri frontali, auricolari oppure frontali ed auricolari.

Quasi tutti questi modelli ti permettono di misurare non solo la temperatura del tuo organismo, ma anche quella di un oggetto o di vari alimenti (cibo, acqua, etc..). Pertanto, potrai anche utilizzarlo al fine di tenere sotto stretto controllo la tua salute ed evitare così di ingerire acqua o cibo che abbiano delle temperature non consone alle tue esigenze.

Tra le tipologie precedentemente presentate di termometri a infrarossi, ti è possibile selezionare quello auricolare per i tuoi bambini. Infatti, quest’ultimo ti permette di misurare la temperatura corporea esclusivamente dall’orecchio del bambino. In questo passaggio, dovrai mantenere la massima attenzione in quanto il timpano è molto delicato in un bambino, ma i risultati della temperatura dati da questo strumento sono indubbiamente affidabili. A rendere efficaci i risultati è anche la stessa collaborazione dei bambini, i quali con questo metodo risultano più a loro agio.

Solitamente, si sconsiglia di utilizzare determinati termometri su neonati al di sotto dei tre mesi d’età e si sconsiglia di utilizzarli anche nei casi in cui il bambino, seppur più grande, sia particolarmente vivace e potrebbe rischiare pertanto di procurarsi dei danni tramite le stesse apparecchiature.

Nell’adulto, l’utilizzo di uno stesso termometro dovrebbe infine essere limitato ad una sola persona e non condiviso con altri componenti del proprio nucleo familiare.

Tecnologia: il futuro degli assistenti vocali

La tecnologia, con particolare riferimento al settore degli assistenti vocali, è pronta a fare un passaggio di qualità piuttosto importante, al punto tale che si prospetta un’improvvisa crescita nel 2024.

Gli assistenti vocali, un mondo in costante evoluzione

Gli speaker vocali, come Alexa ed Echo o come quelli disponibili sul sito assistentivocali.net  sono divenuti ormai parte integrante della vita di tutti i giorni. Se in passato eri costretto a digitare il comando direttamente dallo schermo del dispositivo mobile, oggi basta utilizzare la voce per passare da una notizia all’altra, per effettuare una ricerca online oppure per attivare una delle tante funzioni del tuo dispositivo mobile.
Ma il settore tecnologico relativo agli assistenti vocali, ha subito una nuova evoluzione e questi sono stati introdotti anche in altri ambiti: basti pensare alle nuove smart TV, molte delle quali hanno una funzione di comando vocale che ti permette di avviare un servizio in streaming, cambiare canale oppure aumentare il volume.
Questa costante evoluzione è stata analizzata dal Juniper Research, che ha messo in risalto come, tra quattro anni, gli assistenti vocali diverranno superiori, per numero, alla popolazione mondiale.

Una forte crescita per gli assistenti vocali

Questa teoria è motivata dalle ricerche di mercato svolte durante la prima parte del 2020: i colossi che operano nel settore tecnologico, in particolar modo Amazon, con un incremento delle vendite dei suoi dispositivi che ha toccato il 28% in più rispetto allo scorso anno e Google, con una percentuale del 19%, mettono in risalto come i dispositivi con assistente vocale rappresentino un elemento chiave in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori.
Un semplice utilizzo della voce ed ecco che anche mandare un semplice messaggio di testo diviene un’operazione facile e piacevole da svolgere, garantendo all’utilizzatore l’occasione di occuparsi di altre faccende.

Solamente i colossi cinesi, che hanno sofferto durante la pandemia in quanto non sono riusciti a esportare i loro prodotti, hanno registrato dei cali nelle vendite.
Sicuramente, sempre secondo il centro Juniper Research, questa situazione migliorerà con la sconfitta del virus, visto che colossi come Xiaomi stanno riuscendo a ritagliarsi una fetta di mercato sempre più consistente in Europa.

L’evoluzione costante dei vari assistenti vocali e l’interesse dei consumatori nell’utilizzo di questi strumenti sta facendo in modo che sempre più dispositivi siano dotati di questa funzione.
Perciò, secondo quanto riportato dal Juniper Research, nel 2024 questi apparecchi raggiungeranno gli 8,5 miliardi di unità vendute, superando quindi la popolazione mondiale.
Questo poiché in casa ci saranno diversi assistenti vocali: non solo smartphone, ma anche speaker di diverso uso, televisori e altri apparecchi ben presto potrebbero essere azionati utilizzando la voce.

L’evoluzione che non trova limiti

Questa teoria è confermata anche dallo sviluppo di Echo Auto, ovvero l’assistente vocale che a breve verrà reso disponibile in diverse lingue oltre all’inglese e che permetterà agli automobilisti di poter sfruttare un sistema intelligente in grado di migliorare l’esperienza di guida.

Il lavoro sul riconoscimento vocale e sulla rapidità di risposta ai comandi diviene sempre più accurato in quanto gli utilizzatori vogliono prevenire perdite di tempo e soprattutto difficoltà di svariato genere nel comunicare con l’assistente. Proprio grazie a queste caratteristiche i nuovi assistenti si contraddistinguono per un’intelligenza sempre più avanzata e per delle funzionalità che, in passato, sembravano appartenente a un universo fantascientifico.

Pertanto il settore mobile, ma non solo, è pronto a vivere una nuova era, ovvero quella caratterizzata dagli assistenti vocali i quali, ben presto, andranno a identificare anche apparecchi che oggi vengono sfruttati manualmente, superando dunque il numero di persone che popolano il pianeta.

Pressione arteriosa bassa: cause, sintomi e rimedi

La pressione arteriosa bassa, o ipotensione, è una condizione che si verifica quando i valori pressori sono più bassi rispetto ai valori normali. Solitamente si parla di ipotensione quando la pressione si aggira intorno ai 90/60 mmHg, dove il primo valore si riferisce alla pressione massima, o sistolica, mentre il secondo alla pressione minima, o diastolica. Benché meno grave rispetto ad una condizione di ipertensione, quindi con valori pressori molto alti, la pressione arteriosa bassa può portare a delle conseguenze anche serie se protratta nel tempo o associata ad altre patologie.

– Pressione arteriosa bassa: cause

Partiamo subito col dire che durante la giornata la pressione arteriosa subisce numerose variazioni, ad esempio mentre dormiamo questa risulta essere molto più bassa rispetto al resto della giornata. Le cause che possono portare ad una pressione arteriosa bassa possono essere molteplici e tutte di diversa natura e gravità. Difatti se nella maggior parte dei casi questa può rivelarsi del tutto normale e passeggera, vi sono alcune condizioni in cui può rivelarsi decisamente più seria.
Nello specifico le principali cause che possono portare ad una condizione di ipotensione sono:

  • Ipotensione da disidratazione: una forte disidratazione, dovuta ad esempio a vomito o diarrea, è la principale causa di un calo drastico e repentino della pressione arteriosa. Ma la disidratazione può verificarsi anche in casi in cui vi sia un’eccessiva sudorazione che porta anche alla perdita di importanti sali minerali, inducendo così una condizione di ipotensione.
  • Ipotensione gravidica: nelle donne in gravidanza è molto comune soffrire di ipotensione in quanto si verifica una consistente vasodilatazione periferica causata dall’ormone progesterone.
  • Ipotensione ortostatica: condizione che si verifica quando si cambia posizione troppo velocemente. Ad esempio dopo essere stati per parecchio tempo sdraiati ci si alza troppo velocemente, questa condizione tende a stabilizzarsi nel giro di pochi secondi.
  • Ipotensione da farmaci: l’assunzione di alcuni farmaci possono ridurre notevolmente i valori pressori del sangue, in particolare alcuni farmaci contro l’ansia e la depressione, i diuretici, determinati antidolorifici e antipertensivi.
  • Ipotensione associata a patologie: le principali patologie che possono indurre un calo di pressione sono lo shock anafilattico, uno scompenso cardiaco, una grave emorragia in atto, gravi infezioni.

Comunque sia è necessario prestare una maggiore attenzione in soggetti anziani, in quanto un brusco calo di pressione potrebbe portare ad una caduta con conseguenze anche molto gravi.

– Principali sintomi

Non sempre in caso di ipotensione possono manifestarsi dei sintomi, infatti nella maggior parte dei casi si tratta di una condizione asintomatica. Tuttavia tra i principali sintomi che possono manifestarsi in caso di pressione arteriosa bassa abbiamo vertigini e capo giri, vista appannata e stato confusionale, senso di stordimento e debolezza che spesso si traduce in svenimento.
La diagnosi di ipotensione viene fatta partendo dalla misurazione della pressione arteriosa, che nella maggior parte dei casi viene fatta diverse volte al giorno per diversi giorni. È possibile procedere da soli a casa propria con la misurazione acquistando l’apposito strumento disponibile anche online al sito Dispositivi Medici oppure recandosi dal proprio medico.

Dopo aver raccolto tutti i valori e fatto un’anamnesi completa del paziente, in cui vengono raccolte informazioni anche sullo stile di vita e i farmaci assunti, il medico può decidere di procedere con ulteriori esami, come ad esempio esame del sangue e delle urine, elettrocardiogramma e radiografia del torace.

– Rimedi contro la pressione arteriosa bassa

Fondamentalmente non esiste una terapia contro l’ipotensione ma solo alcuni utili consigli per cercare di prevenirla. Ad esempio nel caso in cui la pressione bassa deriva dall’assunzione di determinati farmaci allora si consiglia di interrompere immediatamente l’assunzione. Inoltre è fondamentale mantenere sempre una buona idratazione assumendo costantemente acqua e sali minerale ed evitare un’assunzione elevata di alcol e caffeina. In alcuni casi può rivelarsi utile anche l’uso di calze elastiche le quali favoriscono il flusso di sangue dalle gambe al cuore.

Purificatori d’aria: a cosa servono e come funzionano

PURIFICATORI D’ARIA: PERCHE’ SONO DIVENTATI COSI’ IMPORTANTI?

Negli ultimi anni si è diffusa enormemente la necessità di purificare l’aria presente all’interno di spazi chiusi altamente frequentati come possono esserlo gli uffici o, semplicemente, casa nostra in cui passiamo la maggior parte del nostro tempo in rilassatezza. Non si tratta di una moda del momento o di una forma di ipocondria perché, al contrario di quello che si possa immaginare, l’aria di casa, molto spesso, può essere anche più nociva di quella che si trova all’esterno. Questo avviene perché negli spazi chiusi, in cui non c’è un adeguato ricircolo d’aria, viene a crearsi un microclima ricco di sostanze nocive e potenzialmente pericolose per la nostra salute – fumo, acari, batteri, polveri, pollini, gas prodotti durante la cottura dei cibi… – che possono causare dal semplice fastidio alla gola, agli occhi e al naso a vere e proprie patologie respiratorie e cardiocircolatorie da non sottovalutare. Vivere in un ambiente in cui si respira aria pulita è fondamentale per tutti noi, ma soprattutto per gli anziani e i bambini che risultano essere i soggetti più vulnerabili dal punto di vista della salute delle vie respiratorie a causa delle frequenti forme allergiche e d’asma che li colpiscono.

La classica e vecchia apertura mattutina delle finestre di casa per far cambiare aria e ripulirla non basta più, soprattutto se consideriamo che la maggior parte di noi vivono in contesti che non garantiscono affatto un’aria esterna pulita e rigenerante.

Quindi, munirsi di un buon purificatore d’aria come quelli disponibili sul sito migliorideumidificatori.it diventa la soluzione ideale per ripulire l’aria carica di agenti che potrebbero danneggiare la nostra salute perché è in grado di eliminare gli inquinanti e gli allergeni presenti in casa favorendo la formazione di un ambiente sano e sterile capace di farci respirare meglio. In tal modo potremo svolgere tutte le nostre attività quotidiane in casa sentendoci più rivitalizzati e, di notte, il nostro riposo sarà più efficace e duraturo grazie alla qualità dell’aria notevolmente migliorata.

COME FUNZIONANO I PURIFICATORI D’ARIA?

In commercio esistono svariati modelli di purificatori, ma, essenzialmente essi funzionano grazie alla presenza di specifici filtri che vanno ad imprigionare le particelle potenzialmente inquinanti così come le polveri sottili. Innanzitutto, troviamo un basilare filtro anti-polvere che funziona da prima barriera contro il pulviscolo più spesso ed evidente anche ad occhio nudo, ma un purificatore d’aria di qualità deve essere dotato anche di filtri HEPA e ai carboni attivi in grado di filtrare tutte quelle sostanze dannose per la nostra salute che non riusciamo a vedere come le polveri sottili, i batteri e i pollini.

I filtri HEPA – acronimo di High Efficiency Particles Air – sono fondamentali per avere la certezza che l’aria sia davvero pulita perché riescono a trattenere particelle inquinanti microscopiche. Per avere un’idea più precisa, si pensi che si tratta di filtri in grado di imprigionare batteri piccoli fino a 0,01 micrometri: detto ciò, è facile intuire che un purificatore d’aria dotato di un ottimo filtro HEPA può anche riuscire a creare una barriera efficace contro molti virus presenti nell’aria, dai più innocui a quelli estremamente pericolosi per la nostra salute.

Il ruolo del filtro ai carboni attivi, invece, è quello di intrappolare i composti organici volatili presenti all’interno della nostra casa. Pensiamo, ad esempio, alle particelle di vernici o solventi che, con il passare del tempo, si staccano dai mobili, dai pavimenti in legno e da tutti gli oggetti che ci circondano e che vanno a saturare l’aria che respiriamo causandoci problematiche serie e debilitanti. Non solo, perché il filtro ai carboni attivi è in grado di ripulire l’aria dai cattivi odori prodotti dalla continua preparazione di cibo o dal ben più dannoso fumo di sigarette.

Piscine fuori terra: scopriamo insieme le tipologie in commercio

Per poter scegliere il modello di piscina più adatto alle proprie esigenze e disponibilità è utile scoprire quali sono i modelli più comunemente disponibili in commercio come quelli che si possono trovare sul sito Piscine Gonfiabili dove vengono spiegati anche i dettagli e le differenze tra uno e l’altro modello di piscina e i fattori da tenere in considerazione per la scelta del prodotto che fa più al caso nostro e che riusciremo poi a sfruttare al massimo.

Partendo dalla tipologia di modello si può, in misura preliminare, effettuare una prima distinzione. Le piscine fuori terra rappresentano l’alternativa ideale, e a basso impatto ambientale, ad una vera e propria piscina interrata. Questa categoria comprende sostanzialmente 3 tipologie: i modelli autoportanti, frame e le piscine rigide.

Piscine Autoportanti

In questa categoria rientrano tutti i modelli che si stabiliscono nella fascia economica. Queste piscine non montano un sistema di sostegno esterno e per questo risultato più vantaggiose dal punto di vista economico e pratico. I modelli fuori terra autoportanti hanno solitamente una forma circolare che si basa su una struttura molto semplice. Questi modelli presentano una forma circolare con un bordo gonfiabile ma molto resistente che, in questo modo, consente all’intera struttura di reggersi da sola.

Da un’analisi generale emerge che questi modelli sono i più convenienti sotto molti aspetti. Tralasciando l’aspetto economico, che pur è importante, queste piscine risultano facili da montare e posizionare nel luogo adibito. La piscina autoportante è infatti la soluzione ideale per tutti coloro che necessitano di una piscina per pochi giorni all’anno e esigono una flessibilità d’utilizzo come primo presupposto.

Analizzando, di contro, alcune possibili criticità di questi modelli si presenta una percentuale importante di danni dovuti a forature. In base a questa possibilità, se inutilizzati, questi modelli dovranno essere sgonfiati e riposti.

Piscine Frame

Le piscine frame rappresentano il secondo gruppo dei modelli fuori terra in quanto hanno una struttura diversa dalle prime. Su questo modello di piscina è previsto un sistema tubolare che ha il compito di sostenere l’intera piscina. Il modello in questione presenta una struttura totalmente adatta ai bambini. Le piscine frame sono realizzate in modo tale da non diventare proibitive per bambini, anche piccoli, una volta riempite.

Sotto un profilo strutturale questo sistema risulta essere più resistente e permette design alternativi. Per questo sono disponibili forme sia rotonde che rettangolari. I modelli frame risentono meno di danni dovuti alle forature e per questo possono essere sfruttati meglio delle piscine autoportanti. Per la loro resistenza, questi modelli possono essere lasciati all’aperto senza che la struttura subisca danni. Questa possibilità permette un utilizzo prolungato della piscina.

Piscine Rigide

Le piscine rigide sono, tra le fuori terra, i modelli che presentano un impatto ambientale paragonabile alle piscine interrate. Questi modelli infatti non possono essere rimossi dopo essere stati montati. Tralasciando quest’aspetto, la struttura fuori terra rigida rappresenta un’idea di piscina che racchiude molti dei pregi di una vera e propria piscina. A questo gruppo appartengono i modelli più grandi e accattivanti. La struttura con cui vengono montate permette di poter spaziare nel design e per questo restano i modelli più belli da acquistare. Molti di questi modelli possono infatti integrarsi perfettamente col proprio giardino. Nell’analisi di questi modelli occorre però sottolineare alcuni dati importanti. In base alla struttura di queste piscine si necessitano operazioni di manutenzione della stessa non indifferenti.

Al costo iniziale in fase di acquisto, quindi, bisogna sommare i costi di manutenzione del sistema di filtraggio della piscina. Un modello fisso infatti è soggetto, più dei modelli smontabili, allo sporco, al deterioramento e ai detriti ambientali. Per questi motivi la classe di articoli fuori terra rigidi racchiude i modelli più costosi, proprio perché al contempo risultano essere anche i più sicuri.