Quando è nato il Sahara?
Il suo stesso nome significa “deserto” in arabo, ed è anche il deserto caldo e secco più grande al mondo: stiamo parlando del famoso deserto del Sahara. Le sue maestose dune, che possono raggiungere fino ai 180 metri, e le sue imponenti dimensioni – un’estensione di circa 9 milioni di chilometri quadrati – lo rendono uno dei posti più affascinanti e misteriosi di sempre, visitato da migliaia di turisti ogni anno che si recano in Marocco anche in traghetto prenotando online attraverso siti come Marocco Traghetti il proprio biglietto.
Il Sahara, però, non è sempre stato un deserto: infatti, risalendo a circa 5000 anni fa, il Sahara era una zona sub – tropicale, popolata da moltissime specie animali. L’età del Sahara, però, rimane tutt’oggi un mistero, studiato da diversi geologi ed esperti del settore: secondo recenti studi, infatti, si era stimato che il Sahara potesse essersi formato almeno 2,6 milioni di anni fa, mentre per altri studiosi si potrebbe risalire, addirittura, a 7 milioni di anni fa. Ovviamente, come precedentemente anticipato, il Sahara non è sempre stato desertico: infatti, si hanno diverse prove e testimonianze di come questo importante deserto abbia passato diversi periodi contraddistinti da diversità climatiche, anche radicali, e che si siano impiegati diversi millenni prima che potesse assumere le sembianze che conosciamo oggi. È complesso, in effetti, immaginarsi la famosa distesa dorata che siamo abituati a conoscere, ricoperta interamente da ambienti verdi, da animali, come se fosse un vero e proprio paradiso terrestre tropicale.
Queste considerazione sono state rese possibili attraverso lo studio di ciò che si è ritrovato e scavato nei pressi del Sahara: per esempio, diversi ritrovamenti di tombe e pitture rupestri, fino all’analisi completa delle particelle che compongono la sabbia del deserto. Infatti, la sabbia del deserto del Sahara pare essere una delle più antiche presenti sul nostro pianeta: ricca di sostanze e polvere fossili, si è trovata una particolare sostanza chiamata torio, che è possibile generare solamente dal decadimento dell’uranio radioattivo presente, naturalmente, negli oceani. Ed è stato proprio attraverso lo studio di questa sostanza che si è potuto stimare che i cambiamenti climatici subiti dal Sahara siano ciclici, più precisamente ogni 20.000 anni.
Ma la ciclicità con cui il Sahara cambia la sua forma non è casuale: si è stabilito, infatti, che anche l’asse della Terra stessa, che varia di un paio di gradi ogni 40.000 anni, influisca in maniera significativa ai suoi cambiamenti. Infatti, quando il nostro pianeta è più inclinato, farà ricevere al Sahara più luce solare durante il periodo estivo, intensificando così l’attività dei monsoni che caratterizzano la regione, rendendolo inevitabilmente più umido, più verde e più ospitale alla vita. Al contrario, nei periodi in cui l’inclinazione terrestre non permette un’esposizione solare così intensa, si vedrà ridotta l’attività monsonica e, consequenzialmente, aumenterà l’aridità del deserto, esattamente come lo vediamo noi ai giorni nostri.
Nonostante sarebbe un’esperienza nuova vedere quest’enorme distesa in maniera totalmente diversa dal solito, ossia ricoperta interamente da lussureggiante vegetazione, il Sahara rimane uno dei posti più complessi, affascinanti ed enigmatici di tutto il nostro pianeta, e per questa ragione andrà preservato per noi, e per il nostro futuro.