10 ortaggi da coltivare in balcone

Con l’arrivo della bella stagione cresce la voglia di avere a disposizione un piccolo orto personale da cui raccogliere frutta e verdura di stagione. Per realizzare dei veri e propri orti in miniatura è importante però scegliere gli ortaggi più adatti a crescere negli spazi ristretti, con cicli di produzione brevi che possano dare maggiore soddisfazione anche a chi si cimenta per la prima volta nella coltivazione.

Sul sito www.strumentidagiardinaggio.com ci sono molti attrezzi e accessori che potranno aiutarvi per la creazione del vostro mini orticello. Ma vediamo ora un esempio di 10 ortaggi che ben si adattano ad essere protagonisti di un orto a km 0 sul vostro balcone:

  • Zucchine

Regine delle frittate estive, tra le diverse varietà di zucchina esistenti è meglio scegliere quelle “baby“, che produrranno tantissimi frutti di dimensioni adeguate ad un vaso della profondità di almeno 20 cm. Hanno bisogno di luce e di essere annaffiate leggermente tutti i giorni. Produrranno i primi frutti in circa 40 giorni.

  • Basilico e prezzemolo

Hanno bisogno di un vaso poco profondo e crescono rapidamente dando tantissima soddisfazione. Potrete realizzare degli ottimi pesti casalinghi per condire i vostri piatti prendendo direttamente le foglioline dal vostro balcone. Un vaso di 20 cm di diametro ospita ben 10 piantine!

  • Lattuga

Si tratta di una pianta molto adatta alla coltivazione sul balcone in quanto necessita di poco spazio ed ha una buona resa. Bisogna prestare attenzione al drenaggio del terreno per evitare ristagno ed umidità che potrebbero causare muffe. Inoltre è bene mantenere una distanza adeguata quando si piantano i semi o le piantine del vivaio per consentire poi un adeguato sviluppo durante la crescita. Insieme alla comune lattuga potete piantare anche della rucola per insaporire ancora di più i vostri piatti.

  • Bietole

Anche nel caso delle bietole bastano vasi poco profondi ma dal diametro largo, per consentire alle foglie di svilupparsi adeguatamente. Piantate le vostre piantine a distanza di 50 cm l’una dall’altra e preparatevi a raccogliere delle splendide coste da utilizzare per fare delle ottime frittelle estive.

  • Cipolle

Potete coltivare diverse varietà di cipolle da utilizzare per soffritti o nelle insalate. Saranno necessari dei vasi abbastanza profondi perché le cipolle si svilupperanno sotto terra, quindi almeno di 30 cm. Hanno bisogno di poca acqua e di tanto sole per produrre i loro frutti entro 30/40 giorni.

  • Fragole

Procuratevi dei contenitori singoli, uno per ogni piantina, profondi almeno 40 cm e larghi 30. Posizionate le piantine e attendete circa 50 giorni per vedere le vostre fragole giungere a maturazione e produrre i primi frutti rossi. Innaffiate con moderazione ed evitate il sole troppo diretto per ottenere un ciclo di produzione continua di circa 30 giorni.

  • Pomodori

Potete scegliere anche in questo caso una varietà di pomodoro nano, oppure una rampicante che vi aiuti a sfruttare lo spazio in verticale. Mantenete l’umidità costante innaffiando in maniera moderata tutti i giorni e preparatevi a raccogliere dei pomodori sani e rigogliosi in circa 80 giorni.

  • Peperoncini

Se amate il piccante potete aggiungere un tocco di rosso al vostro balcone scegliendo le qualità di peperoncino che più vi piacciono. Alcune piante sono molto ornamentali e producono splendidi cespugli carichi di rossi frutti che vi faranno sentire subito in piena estate.

  • Melanzane

Sono tra gli ortaggi che richiedono più spazio per la coltivazione, quindi sceglietele solo se avete un balcone ampio. Necessitano di vasi profondi almeno 50 cm e larghi 40. Assicuratevi inoltre di acquistare in vivaio delle piante già innestate che producano frutti poveri di semi.

  • Carote

Come nel caso delle cipolle avrete bisogno di un vaso abbastanza profondo, dato che questo ortaggio si sviluppa in profondità sotto terra. Irrigate abbondantemente e raccogliete dopo 80 giorni quando le foglie in superficie saranno cresciute abbastanza.

Un consiglio in più è quello di piantare delle erbe aromatiche, terranno lontani gli insetti e aromatiche sapranno arricchire ogni balcone di profumi e sapori mediterranei.

Quando è nato il Sahara?

Il suo stesso nome significa “deserto” in arabo, ed è anche il deserto caldo e secco più grande al mondo: stiamo parlando del famoso deserto del Sahara. Le sue maestose dune, che possono raggiungere fino ai 180 metri, e le sue imponenti dimensioni – un’estensione di circa 9 milioni di chilometri quadrati – lo rendono uno dei posti più affascinanti e misteriosi di sempre, visitato da migliaia di turisti ogni anno che si recano in Marocco anche in traghetto prenotando online attraverso siti come Marocco Traghetti il proprio biglietto.

Il Sahara, però, non è sempre stato un deserto: infatti, risalendo a circa 5000 anni fa, il Sahara era una zona sub – tropicale, popolata da moltissime specie animali. L’età del Sahara, però, rimane tutt’oggi un mistero, studiato da diversi geologi ed esperti del settore: secondo recenti studi, infatti, si era stimato che il Sahara potesse essersi formato almeno 2,6 milioni di anni fa, mentre per altri studiosi si potrebbe risalire, addirittura, a 7 milioni di anni fa. Ovviamente, come precedentemente anticipato, il Sahara non è sempre stato desertico: infatti, si hanno diverse prove e testimonianze di come questo importante deserto abbia passato diversi periodi contraddistinti da diversità climatiche, anche radicali, e che si siano impiegati diversi millenni prima che potesse assumere le sembianze che conosciamo oggi. È complesso, in effetti, immaginarsi la famosa distesa dorata che siamo abituati a conoscere, ricoperta interamente da ambienti verdi, da animali, come se fosse un vero e proprio paradiso terrestre tropicale.

Queste considerazione sono state rese possibili attraverso lo studio di ciò che si è ritrovato e scavato nei pressi del Sahara: per esempio, diversi ritrovamenti di tombe e pitture rupestri, fino all’analisi completa delle particelle che compongono la sabbia del deserto. Infatti, la sabbia del deserto del Sahara pare essere una delle più antiche presenti sul nostro pianeta: ricca di sostanze e polvere fossili, si è trovata una particolare sostanza chiamata torio, che è possibile generare solamente dal decadimento dell’uranio radioattivo presente, naturalmente, negli oceani. Ed è stato proprio attraverso lo studio di questa sostanza che si è potuto stimare che i cambiamenti climatici subiti dal Sahara siano ciclici, più precisamente ogni 20.000 anni.

Ma la ciclicità con cui il Sahara cambia la sua forma non è casuale: si è stabilito, infatti, che anche l’asse della Terra stessa, che varia di un paio di gradi ogni 40.000 anni, influisca in maniera significativa ai suoi cambiamenti. Infatti, quando il nostro pianeta è più inclinato, farà ricevere al Sahara più luce solare durante il periodo estivo, intensificando così l’attività dei monsoni che caratterizzano la regione, rendendolo inevitabilmente più umido, più verde e più ospitale alla vita. Al contrario, nei periodi in cui l’inclinazione terrestre non permette un’esposizione solare così intensa, si vedrà ridotta l’attività monsonica e, consequenzialmente, aumenterà l’aridità del deserto, esattamente come lo vediamo noi ai giorni nostri.

Nonostante sarebbe un’esperienza nuova vedere quest’enorme distesa in maniera totalmente diversa dal solito, ossia ricoperta interamente da lussureggiante vegetazione, il Sahara rimane uno dei posti più complessi, affascinanti ed enigmatici di tutto il nostro pianeta, e per questa ragione andrà preservato per noi, e per il nostro futuro.

Storia della Sicilia islamica

In virtù della sua posizione strategica al centro del Mediterraneo, la Sicilia nel corso dei secoli è stata oggetto di numerosi tentativi di conquista. Uno di questi è sicuramente quello avvenuto ad opera delle popolazioni islamiche, nello specifico di quella araba, che ha inizio a partire dall’anno 827.

In realtà, diversi tentativi di conquista dell’isola ci furono già a partire da circa 200 anni prima ma senza risultati di rilievo. Nell’827, invece, le truppe islamiche guidate da Asad ibn al-Furàt, dopo una sosta breve presso l’isola dei Conigli a Lampedusa, sbarcarono il 17 giugno a Capo Granitola nei pressi di Mazara del Vallo. Non bisogna pensare che la conquista della Sicilia fu facile in quanto, molto spesso, e città sicule diedero vita ad una tenace resistenza che si tramutò in diversi anni di assedio: basti pensare che Palermo fu conquistato nell’831, Messina 2 anni dopo, Siracusa nell’878 e Catania addirittura nel 900.

Uno dei punti più importanti della Sicilia islamica è dato indubbiamente dal comportamento dei conquistatori. Gli arabi, infatti, non diedero vita a situazioni di schiavitù ma ebbero nei confronti delle popolazioni una sorta di tolleranza, a condizione però che venisse pagato loro un tributo. L’esempio classico di questa situazione è dato dalla cosiddetta “gezia“, una tassa che veniva corrisposta in cambio della libertà di culto. I cristiani quindi non vennero perseguitati ma continuarono a professare la loro religione. Inoltre, l’isola fu divisa in tre grandi settori amministrativi: la Val di Mazara, nella parte nord-occidentale, la Val Demone nella zona nord-orientale e la Val di Noto, corrispondente alla parte meridionale della Sicilia. Allo stesso modo, era presente una classificazione della popolazione in:

    • indipendente, che poteva seguire i vecchi ordinamenti
    • tributaria, soggetta al pagamento del tributo
    • vassalla, che era assoggettata
    • servi della gleba, in condizioni di schiavitù

Durante i due secoli di dominazione islamica, la Sicilia conobbe una notevole prosperità dal punto di vista economico e non. Introdussero infatti nuove coltivazioni, come quelle dei cereali e degli agrumi e dei gelsi, con queste ultime piantagioni che permisero anche l’avvio della manifattura della seta; inoltre eseguirono diverse opere di canalizzazione che permisero di ottimizzare l’uso delle scarse risorse idriche. Contemporaneamente diedero un notevole slancio alla cultura, introducendo la poesia e le arti orientali, mentre dal punto di vista architettonico realizzarono diversi monumenti e opere che abbellirono le principali città della Sicilia. La città di Palermo, ad esempio, divenne una vera e propria capitale economica e culturale del Mediterraneo, conoscendo un notevole incremento della popolazione e di tipo economico e arricchendosi di circa 300 moschee. Oggi la maggior parte di esse sono state convertite in chiese cattoliche ma una forte impronta della dominazione islamica è ancora rinvenibile in diverse espressioni gergali che si sono tramandate nel corso degli anni. Non rimane che prenotare il proprio biglietto per il traghetto direttamente sul sito https://traghettisiciliaonline.it/ e recarsi a visitare di persona questi splendidi luoghi.

Da vulcani a bellezze uniche: la storia delle Isole Eolie

Più di settecentomila anni fa, quelle che oggi conosciamo come una delle bellezze più suggestive, d’Italia e del mondo, non erano altro che sette vulcani sottomarini: queste incantevoli sorelle, una volta emerse, diedero vita a ciò che conosciamo e apprezziamo oggi, sia come storia che come località turistiche. Stiamo parlando di Stromboli, Panarea, Alicudi, Salina, Lipari, Vulcano e Filicudi: le bellissime Isole Eolie.

In questo articolo vogliamo ripercorrere con voi i punti più salienti della storia della nascita delle Isole Eolie, per comprendere da dove sono arrivate e come sono arrivate così fino ai giorni nostri.

Le Isole Eolie, una storia che nasce dalla lava

Le conformazioni delle Isole Eolie, e le loro caratteristiche principali, sono state determinate essenzialmente dalla loro stessa natura vulcanica: tra i diversi fenomeni naturali che possiamo trovare e riscontrare, infatti, possiamo trovare la pietra pomice, oppure l’affascinante ossidiana, da sempre fedele arma compagna, grazie al suo essere tagliente e precisa, per le popolazioni locali.

La stessa ossidiana, nel 2500 a.C., divenne merce di scambio in tutto il Mediterraneo, portando alle Isole Eolie ricchezza e prosperità. Negli anni successivi, le Isole Eolie però non vissero esclusivamente anni d’oro e felici: furono infatti diverse le incursioni e le guerre da parte delle popolazioni etrusche.

Dopo la caduta dell’Impero Romano, si susseguirono diverse dominazioni, tra cui i bizantini e gli arabi, che portarono decadenza e tristezza presso le Isole Eolie, finché non arrivarono i Normanni: regalarono nuova vita alle Isole, e con loro anche gli svevi e gli aragonesi che, intorno al 1340, regalarono prosperità a questo luogo e alle sue popolazioni.

La storia delle Isole Eolie è stato un saliscendi di dominazioni, di momenti intensi e ricchi, ma anche di disperazione e desolazione, e solo verso il diciannovesimo secolo che la loro condizione cominciò a stabilirsi, premettendo di sviluppare economicamente il commercio e gli scambi, anche grazie ai diversi collegamenti e scali effettuati dalle compagnie marittime dell’epoca.

Al giorno d’oggi, le Isole Eolie vivono ancora essenzialmente grazie al turismo marittimo, la pesca e l’agricoltura: soprattutto negli ultimi cinquant’anni, il turismo ha svolto un ruolo chiave per il benessere e la prosperità economica delle Isole Eolie, venendo dichiarato dall’Unesco come Patrimonio Culturale dell’Umanità.

Ed è proprio per questo motivo che, quando si visitano le Isole Eolie, non si può che sentire la storia e le vicende che le hanno contraddistinte, dai momenti difficili a quelli più intensi e felici, ed è la loro stessa storia a renderle quelle che oggi conosciamo e ammiriamo.

Per questo, chiunque le visiterà dovrà portare rispetto e amore verso questa terra difficile e stupenda, e sentirsi assolutamente fortunato di poterle ammirare ancora oggi che è possibile raggiungerle in traghetto prenotando online sul portale web traghettiisoleeolie.com  il proprio posto.

Cosa vedere assolutamente a Torino in un weekend

Torino è una città che offre tanto a chi la visita, in un week end non è possibile ammirare totalmente il territorio, tuttavia, con una buona organizzazione e scarpe comode, si può puntare alle principali attrazioni torinesi, quelle imperdibili che ne hanno fatto la storia e l’hanno resa famosa nel mondo.

Quando si decide di passare un week end in un capoluogo di regione come Torino bisogna fissarsi degli obiettivi al fine di cogliere gli squarci rilevanti, per, poi, magari, ritornarci con calma per una visita più approfondita.

Trascorrere un week end a Torino è possibile pernottando in uno dei tanti alloggi disponibili al centro città come il bellissimo b&b LookTo situato in posizione favorevole per visitare comodamente le principali attrazioni.

A seguire, vi proponiamo una guida utile a consigliarvi passo per passo come spendere in modo strategico il proprio week end a Torino. Insieme, andremo a scoprire alcuni dei monumenti, delle strutture architettoniche, piazze, chiese, musei e borghi assolutamente da non perdere.

Strutture architettoniche:

Mole Antonelliana

Un buon modo per ottimizzare i tempi nel proprio week end a Torino, è organizzare una visita alla Mole Antonelliana, opera architettonica di fine 800 del maestro Antonelli, luogo simbolo di Torino, la torre racchiude un tesoro interno ossia il Museo Nazionale del Cinema.

Il Museo racchiude tanti cimeli e pellicole della storia del cinema, unico nel suo genere in Italia, è apprezzato a livello europeo per la ricchezza dei materiali.

Altresì dal 1961 la Mole si è arricchita di un ascensore “panoramico” su cui è possibile salire per ammirare Torino dall’alto in tutta la sua essenza, voluto per festeggiare i 100 anni dalla sua nascita.

Chiese

Santuario della Consolata

Torino gode di molte strutture religiose, ogni chiesa ha la sua storia e la sua bellezza, tuttavia, in un week end non è possibile visitarle tutte. Dovendone selezionare una, il Santuario della Consolata è quello che a nostro avviso è da prediligere.

Questo Santuario riflette diversi generi architettonici dal neoclassico al barocco con qualche tocco di romanticismo. È una struttura maestosa che racchiude in se’ una leggenda legata alla celebre Icona della Vergine Maria: si parla infatti di apparizioni della stessa fino al ritrovamento della vista per opera di un certo Giovanni Ravacchio a cui la Vergine apparve in sogno. L’icona è oggi presente nel Santuario ed è custodita in una cripta.

Piazze

Piazza Vittorio Veneto

Torino gode di numerose piazze per cui spostandosi è quasi obbligatorio trovarsi in una di esse, tuttavia, si consiglia di non perdere l’occasione di recarsi a Piazza Vittorio Veneto, sede della vita mondana di Torino e luogo dove si posiziona il precedentemente menzionato B&B LookTO.

Qui è possibile rilassarsi e bere una buona cioccolata o mangiare qualche dolce tipico in uno dei molti bar presenti sotto i porticati che caratterizzano la piazza.
Dalla piazza si scorge inoltre un bellissimo panorama che lascia intravedere la collina torinese.

Parchi

Parco del Valentino

Il Parco del Valentino rappresenta il cuore verde di Torino, un luogo in cui poter respirare aria pulita, fare fitness e godere della natura, con piste ciclabili ed aree per correre, è il luogo preferito dai cittadini torinesi che vogliono evadere dalla città, consigliato ai turisti per assaporare la realtà all’aria aperta di Torino. Sede di eventi e manifestazioni offre una visione meno urbana di Torino e da non perdere dal punto di vista paesaggistico.

Borghi

Borgo medioevale

Chi vuole vedere la Torino di un tempo passato e immergersi in uno scenario medioevale, non può lasciarsi scappare una visita al Borgo Medioevale in cui ad oggi si conservano le strutture tipiche dell’epoca. Posto nelle vicinanze del Po, il Borgo si avvale di una Rocca che rappresenta il suo cuore e che sovrasta il Borgo per la sua maestosità.

Reggia

Reggia di Venaria

La Reggia di Venaria è per Torino un piccolo gioiello, dichiarata patrimonio dell’Unesco nel 1997, ha ispirato la creazione della Reggia di Versailles. La Reggia è un esempio concreto di residenza sabauda con i suoi grandi giardini, stanze e mobilio preservato nel tempo. Dislocata non prettamente la centro di Torino, la Reggia è facilmente accessibile grazie ai molti alloggi adiacenti la stessa che ne consentono la visitata ai turisti con comodità.

Monti

Monte dei Cappuccini

Il Monte dei Cappuccini è situato nella zona collinare di Torino, una location suggestiva e particolarmente apprezzata dagli innamorati per il panorama in quanto dallo stesso è possibile ammirare l’intera Torino e le Alpi che lo traversano. Si consiglia la sua visita per chi in coppia voglia vivere un momento di puro romanticismo con la propria metà ammirando un passaggio da dipinto.

Punti ristoro

Torino ha una tradizione culinaria molto antica, si tratta per lo più di cucina povera che è stata, poi, riadattata e migliorata con le primizie a tutt’oggi coltivate e presenti nel territorio. Tanti sono i ristoranti, taverne e bar in cui potersi riposare dopo una bella passeggiata mangiando i piatti tipici della cultura culinaria torinese, e ritemprandosi con i numerosi e ottimi vini del posto.

I monopattini a 3 ruote per bambini

Il monopattino è oramai diventato un’icona dei veicoli green tra i più amati in città, per praticità infatti, superano di gran lunga la concorrenza delle biciclette, perché essendo composti essenzialmente da un manubrio e una pedana con attaccate le ruote, una volta richiusa su se stessa lo spazio occupato è molto ridotto e possono essere facilmente posati sotto la scrivania dell’ufficio.

Non esiste una data certa sull’invenzione di questo mezzo, abbiamo nota di alcuni prototipi che sfruttavano gli stessi principi già all’inizio del 1800, ma i primi monopattini veri e propri furono inventati negli Stati Uniti d’America solo circa 100 anni dopo, intorno al 1900. Vennero ideati come gioco per bambini e chiamati Scooter. Da allora il fascino di questi Scooter ci ha spinti a crearne centinaia di versioni diverse che si dividono fondamentalmente in due categorie distinte, quello meccanico e quello definito “puro”.

Di quelli meccanici oramai non se ne ha più traccia, sono stati sostituiti da quelli elettrici che attualmente sono in commercio. La storia del monopattino puro invece è un po’ più complessa: quelli progettati per un ambito sportivo si chiamano footbike e sono stati ideati nei primi anni ‘90 in Finlandia, progettati con ruote più grandi molto simili a quelle delle classiche biciclette.

Abbiamo poi quello ludico, quello che noi tutti conosciamo, il classico monopattino in vendita sempre negli anni ’90 praticamente in tutto il mondo: quello che per un lungo periodo ci portava in giro, al lavoro, al parco e praticamente ovunque in città.

La sua funzione originaria era proprio quella di essere un gioco per bambini, che li faceva divertire accompagnandoli a scuola, al parco ecc. Tu stesso, probabilmente, avrai avuto un monopattino da bambino e ti ci sarai magari divertito tanto! Qualche caduta, qualche graffio ma in fondo la prima sensazione che ti viene in mente se pensi al monopattino probabilmente è quella del vento in faccia, tra i capelli. Quella sensazione di velocità che ti faceva sentire forte, invincibile, come quando correvi sui pattini.

Se oggi sei un genitore, puoi far rivivere a tuo figlio le stesse sensazioni, dovrai solo tenere in considerazione qualche caratteristica in più viste le nuove invenzioni sul mercato. Per cominciare esistono monopattini differenti in base alle età. Se il tuo bambino avrà, ad esempio, un’età compresa tra i 3 e i 5 anni sarà meglio evitare un modello con le ruote grandi come biciclette, per limitare almeno un po’ la velocità. In questo caso, il modello ludico/classico con le ruote dai 10 ai 20 cm di diametro andrà benissimo. Ovviamente, per questi modelli, potrai trovare moltissimi stili diversi, tutti colorati, con le stampe dei loro cartoni animati preferiti o altro.

Altra cosa da sapere è che la maggior parte dei monopattini per bambini oggi non ha più solo due ruote ma tre. Questa è ovviamente una modifica studiata appositamente per i più piccoli, per aiutarli a mantenersi in equilibrio con maggior facilità. Numerosi sono i modelli di monopattini a 3 ruote disponibili anche online come quelli presenti al sito Bici Click ma è bene sapere che esistono due tipi di monopattini a 3 ruote: quelli con la coppia di ruote poste davanti e quelli con la coppia posta dietro.

Se per i secondi, quelli con le ruote dietro, le modifiche sono finite qui, questo non vale per i primi perché gli sviluppatori, una volta poste le ruote davanti, hanno dovuto affrontare il problema della sterzata, che risultava difficoltosa e a seconda della velocità anche pericolosa con la possibilità che la ruota interna in curva si incastrasse col suolo facendo ribaltare così monopattino e bambino. Per quelli con le due ruote davanti gli sviluppatori hanno quindi elaborato un sistema di sterzata non basato più sulla rotazione del manubrio ma piuttosto sulla sua inclinazione. Inclinandolo così dalla parte in cui si desidera andare, il monopattino dolcemente virerà senza problemi o pericoli di ribaltamento ed il gioco non si ferma.

Il monopattino è diventato nel corso degli ultimi decenni un vero e proprio oggetto cult dalle differenti misure, dai differenti materiali, manuali o per meglio dire “pedali” o elettrici, e nonostante i tanti modelli finora creati, si continua a studiarne le varianti giuste per la prossima versione.

Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono Patrimonio UNESCO

Le colline di Conegliano e Valdobbiadene: Patrimonio dell’UNESCO e terre di produttori di Prosecco

Paradiso incontrastato dell’interazione perfetta tra l’uomo e la natura, queste colline hanno ricevuto nel 2019, il plauso dell’Unesco, che le ha elette a patrimonio mondiale dell’umanità.

Riconoscimento più che mai meritato, per queste splendide aree collinari, che in una sequenza perfetta, si snodano da ovest ad est, fino a raggiungere dalla piana, le zone delle Prealpi.

Un disegno incredibilmente perfetto che la natura ha realizzato in esclusiva per questa meravigliosa area dello stivale, situate in Veneto e precisamente, nella provincia di Treviso. Qui la morfologia del terreno, chiamata in gergo “hogback”, è costituita da piccoli e medi rilievi, a volte irti e scoscesi, sui quali le capacità innate dei viticoltori, hanno saputo dare vita a vigneti pregiati.

Sfruttando al massimo le pendenze dei terreni, hanno saputo creare i “ciglioni”, ovvero particolari terrazzamenti sui quali si coltiva la vite, che a colpo d’occhio creano un paesaggio talmente bello, da non poter essere mai più dimenticato.

Affacciarsi da un’altura, per poter ammirare il paesaggio delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene, è come essere davanti a un enorme mosaico, che a perdita d’occhio come in un gioco perfetto, alterna tutte le tonalità di verde, esistenti in natura.

Qui la vigna è amata e rispettata, curata e coccolata; è grazie a lei e alla continua e attenta cura dell’uomo, che questa terra produce il tanto decantato Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG.

Un week end inebriante

Meta di coinvolgenti tour enogastronomici, l’area delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene, non può non conquistare il cuore dei suoi turisti e visitatori. Che siano i profumi e i colori di una natura rigogliosa e affascinante, la splendida accoglienza della popolazione, ma soprattutto i freschi e frizzanti calici di Prosecco, tutto è talmente avvolgente e inebriante da lasciare un segno indelebile nel turista che la scopre per la prima volta.

Natura, enogastronomia e antichi borghi dall’immutato fascino, sono i tre più importanti ingredienti, che queste terre mettono a disposizione di chi vuole scoprirle.

Pernottare in una delle diverse strutture presenti nella zona, come http://www.villaserena.eu/ con vigna sui vigneti equivale ad assaporare al 100% questo territorio e provare a sentirsi un tutt’uno con la terra, con i filari e con i sorrisi di chi vi accoglierà: un’esperienza senza tempo ne’ prezzo.

Sono tanti anche ristoranti e le trattorie nella zona dove sarà possibile incontrare gli inconfondibili e unici sapori di una cucina ricca di tradizioni, dove le prelibatezze arrivano dall’orto in fondo al viale. Anche la famosissima ed unica “Osteria Senz’Oste”, dove appunto l’oste non c’è e ci si serve da soli merita decisamente una visita.

In questi territori, a nessuno verrà negato il gusto di passare la mano su uno dei tanti filari per poter toccare con mano e accarezzare la madre di quell’uva così buona e unica, quell’uva che darà vita al calice di Prosecco, che in ogni luogo, lungo il vostro percorso, vi verrà offerto per brindare a una popolazione che ama incondizionatamente e devotamente la sua Terra.

La Grecia e il Peloponneso

La Grecia è una repubblica democratica situata nella parte orientale dell’Europa ed è nota per essere la patria della prima repubblica e delle prime forme di governo. Questo territorio racchiude tanti tesori tra siti archeologici, paesini caratteristici e spiagge da sogno.

Il Peloponneso rappresenta un pezzo della Grecia sia in senso storico che culturale e si trova nella parte meridionale della penisola. Queste mete sono raggiungibili dall’Italia anche comodamente in traghetto: basterà prenotare il proprio biglietto online sul portale di prenotazione Traghetti Grecia e partire alla scoperta di queste terre leggendarie. Ma vediamo nel dettaglio cosa offrono questi luoghi fantastici e quali sono le principali attrazioni da visitare.

La Grecia

La Grecia è una terra nota per il suo valore storico, culturale ed artistico oltre che per i suoi paesaggi incantevoli. I turisti amano visitare i templi e i teatri sopravvissuti nel tempo e dove si svolgevano tragedie e commedie del passato. Qui si possono trovare anche tanti musei importanti e siti archeologici famosi come l’Acropoli, l’Agorà di Atene, l’oracolo di Delfi e il palazzo dei grandi maestri della città di Rodi.

La Grecia è anche conosciuta per il fatto di ospitare nel suo territorio molti siti considerati patrimonio dell’UNESCO come il palazzo minoico di Cnosso a Creta, il muro di Policrate, il tunnel di Eupalinosa a Samos od ancora i monasteri di Meteora a Kalabaka. In questa terra è possibile trovare più di 100 musei archeologici che racchiudono importanti reperti provenienti dai siti più importanti del paese come Olimpia, Delos e Delfi.

Per chi visita la Grecia sono d’obbligo le tappe nell’Acropoli di Atene, a Cencrea uno dei principali porti commerciali Greci, a Cnido antica città Greca ricca di teatri e templi, Delfi uno dei più importanti siti archeologici dedicati alla venerazione del Dio Apollo, Cnosso con il suo palazzo legato al dio Minosse e al labirinto costruito da Dedalo e Delo un’antica isola. I luoghi da visitare ed ammirare in Grecia sono numerosissimi e sono tutti estremamente interessanti per chi ama la storia e la cultura di questo popolo.

Il Peloponneso

Il Peloponneso e un’incantevole regione della Grecia caratterizzate da montagne e verdi vallate. In questo luogo si riproduce gran parte della storia e della cultura Greca grazie alla presenza di siti archeologici tra i più importanti di tutta l’Europa. Qui possiamo trovare la nota Olimpia dove hanno avuto luogo i primi giochi olimpici, Micene che rappresenta la culla dell’intera civiltà Greca, Sparta conosciuta come storica rivale di Atene, Argo ossia il regno di Agamennone ed infine Arcadia nota per la sua particolare bellezza.

In questa parte della Grecia si possono anche trovare servizi turistici ottimi partendo dalle spiagge, la buona cucina e la natura spettacolare del luogo. Tra i luoghi più importanti da visitare va menzionato il teatro di Epidauro che si trova a pochi passi da Micene e che oltre ad essere perfettamente conservato nel tempo è noto per la sua ottima acustica. Anche Mystra è uno dei siti storici più conosciuti per le sue chiese bizantine e i palazzi medioevali.

Per chi desidera intraprendere una vacanza all’insegna della natura può visitare la Penisola del Mani che presenta i paesaggi più belli di tutto il Peloponneso. Le spiagge in questa regione Greca sono inoltre una delle mete preferite dai turisti e tra le migliori spicca la selvaggia VoidoKilia caratterizzata da una finissima striscia di sabbia a forma di mezzaluna situata all’interno di una magnifica baia.

La Riserva marina delle Isole Tremiti ha compiuto trentanni nel 2019

Quello delle Tremiti è un arcipelago composto da cinque isole di dimensioni ridotte, molto vicine tra loro. Sono situate nel mare Adriatico, di fronte alla penisola del Gargano. Un paradiso naturale che può essere raggiunto in traghetto dalla costa pugliese, prenotando online dal sito web Traghetti Isole Tremiti e che può essere visitato anche in un solo giorno.

Secondo la leggenda, su queste coste l’eroe greco Diomede fu sepolto dopo i suoi vagabondaggi nel mare Adriatico alla fine della guerra di Troia, e questo è il motivo per cui le Tremiti sono anche chiamati “Isole Diomedee“. Ma vediamo insieme cosa fare e vedere una volta raggiunte le Isole Tremiti.

Circumnavigare le isole

La prima cosa da fare è la circumnavigazione delle isole, che può essere fatta in motoscafo o in pagaia. Numerosi sono i tour partono ogni giorno dal porto turistico di San Domino e San Nicola, che costeggiano la splendida costa di Caprara, San Nicola, San Domino e Cretaccio. La circumnavigazione dura almeno un’ora e mezza e comprende due soste di immersione.

Visitare l’isola di San Nicola

Sull’isola di San Nicola, i visitatori possono ammirare la Fortezza e l’Abbazia di Santa Maria per scoprire di più sulla storia delle Tremiti. In effetti, la storia di questa isola è strettamente legata all’arrivo dei monaci benedettini sull’arcipelago, quando fondarono l’Abbazia e costruirono gran parte della città. Qui c’è un sito archeologico che risale a molti secoli fa che ospita tra l’altro un grande serbatoio utilizzato per raccogliere l’acqua piovana (denominato Vasca di San Nicola) e la tomba dell’eroe greco Diomede.

Visitare l’isola di San Domino

A soli 500 metri dall’isola di San Nicola si trova la verdeggiante San Domino, che è la più grande del gruppo e possiede la maggior parte delle infrastrutture turistiche. Questo è il luogo dove la maggior parte dei traghetti fa scalo e dove si trovano tutti (tranne uno) degli alloggi notturni delle isole. Il perimetro di 7 km quadrati di San Domino è una serie di incantevoli insenature, anche se solo alcune sono spiagge sabbiose, che rendono il nuoto meraviglioso. Sebbene molte delle calette siano raggiungibili a piedi, il modo migliore per scoprire i tesori costieri di San Domino è in barca.

Visitare l’isola di Caprara

Caprara, appena poco a nord di San Nicola, è generalmente considerata la terza ed ultima isola delle Tremiti (le altre, Cretaccio e Pianosa, sono generalmente considerate come semplici scogli o affioramenti rocciosi). Sebbene disabitata, le sue formazioni rocciose uniche la rendono una destinazione molto popolare per i navigatori e i nuotatori.
Il Cretaccio è uno sperone di argilla tra i porti di San Domino e San Nicola, mentre Pianosa, che è situata a circa 20 km a nord-est di Capraia, è una piattaforma desolata dove solo i gabbiani si posano.

Dal 1989, quella delle Isole Tremiti è considerata Riserva Marina protetta.

La Corsica: un’isola divenuta francese nel 1768 che ha mantenuto l’eredità culturale italiana

La Corsica è un’isola che affonda le sue tradizioni in quelle culturali italiane. L’isola è famosa per aver dato i natali a Napoleone Bonaparte e si presenta come una terra ricca di montagne e foreste in mezzo al Mediterraneo, separata dalla Sardegna dal piccolo tratto di mare delle Bocche di Bonifacio e raggiungibile anche in traghetto prenotando comodamente online sul sito web Traghetti Corsica il vostro biglietto.

Diventata francese perché ceduta al re di Francia Luigi XV a seguito di un debito da parte della Repubblica di Genova, conserva tutt’ora parte dell’influenza italiana che è possibile ancora ritrovare.

I luoghi da non perdere

Sicuramente interessante dal punto di vista storico la città di Bastia che trova le sue origini nel 1830, su un promontorio di roccia dal quale è possibile vedere fino al porto. Gli edifici originali, datati 1768, furono abbandonati, ma divennero accasermamento per l’esercito circa venti anni dopo, per l’esattezza nel 1794. E’ sicuramente interessante poterlo visitare pensando alla vita che vi è scorsa in quel periodo della storia in cui tutta l’Europa stava cambiando.

Per ciò che riguarda i luoghi di culto è da vedere la cattedrale di Ajaccio che vide il battesimo di Napoleone il 21 luglio del 1771. La sua famiglia ha mantenuto all’interno anche una cappella funeraria con una lastra di marmo rosso che riporta le parole di Napoleone negli ultimi istanti di vita.

La chiesa è stata fatta in un periodo sicuramente anteriore il possesso francese, infatti fu compiuta nel 1593 e dedicata all’Assunzione della Madonna. Oltre alla navata principale, seppure l’intera costruzione non sia enorme, si contano sette cappelle laterali e non può sfuggire la facciata barocca dal colore ocra.

Se invece si vuole andare molto indietro nel tempo, addirittura alla preistoria, c’è un sito molto suggestivo e interessante risalente addirittura a 7000 a. C. Alcuni studi archeologici hanno evidenziato il fatto che lo stesso sia stato abitato fino al Medioevo di cui rimangono tracce di occupazione. Il Castellu di Cucuruzzu, così si chiama il sito, è una vera e propria testimonianza del periodo dell’età del bronzo, ovvero del secolo II a.C.

La fortezza somiglia a una prua formata da differenti blocchi di pietra che pesano circa una tonnellata ciascuno. Si può visitare questo sito camminando lungo il sentiero tra le pareti enormi della pietra e seguendo un camminamento si possono raggiungere anche le rovine medievali di Cappula, che si trovano a breve distanza.

Per visualizzare a confronto l’età antica e quella moderna, si può visitare il Museo della Corsica che è stato posto all’interno della cittadella di Corte edificata tra il XV e XVIII secolo. Qui è possibile vedere l’evoluzione della Corsia nel tempo, da un punto di vista antropologico.

Esistono due collezioni permanenti che mostrano la vita tradizionale dei pastori e degli allevatori con la relativa evoluzione dei costumi e l’aspetto moderno dell’isola nella volontà di realizzare una economia più industrializzata e volta al futuro.

Un aspetto molto italiano si può ritrovare all’interno del Museo Fesch di Ajaccio che, sebbene fondato successivamente alla predita della Repubblica di Genova, ovvero tra il 1827 e il 1868, contiene al suo interno una discreta mole di dipinti italiani.

Il museo, oltre a essere il più importante di Francia dopo quelli parigini, ha al suo interno una collezione di oltre 17.000 oggetti tra sculture, quadri, oggetti di oreficeria e mobili, nonché stoffe pregiate e paramenti liturgici. Al suo interno potrete trovare pezzi d’autore di importanti pittori tra i quali, Botticelli, Tiziano e il Veronese, solo per citare i più conosciuti.